Presentazione

Mi chiamo Marco Montanari e, come se il mio cognome fosse un presagio, la montagna è da sempre la mia passione.
Abito sull'Appennino, tra la Toscana e la Romagna, là dove nascono i più importanti fiumi del centro Italia, l'Arno e il Tevere. La storia di queste montagne è una storia di fatica, di sudore, di dolore, ma anche di poesia, di miti, di leggende...
Di questo voglio parlare in questo blog... delle mie montagne e di tutto ciò che la realtà e la fantasia di queste montagne mi ha sempre ispirato...

venerdì 20 luglio 2012

Una lunga fama di cannibali in Romagna

Facciamo un veloce tuffo nella storia e scomodiamo brevemente un grande autore del passato. Siamo nella prima metà del VI secolo d.C. e gran parte dell’Italia è sconvolta da una feroce guerra, quella che i libri di storia chiamano greco-gotica.

Due eserciti e due mentalità diverse si fronteggiano: da una parte i raffinatissimi bizantini, dall’altra gli Ostrogoti che avevano fissato la capitale del loro regno a Ravenna. I fatti militari di questa lunga campagna militare durata quasi venti anni, sono arrivati a noi soprattutto grazie agli scritti di Procopio, uno storico bizantino nato a Cesarea, che aveva seguito di persona tutti gli intrecci militari perché rivestiva l’importante carica di consigliere del generale Belisario, il grande stratega che conduceva le operazioni militari per conto dell’imperatore Giustiniano. Anche lui, dunque, si trovava in Italia. Procopio ci ha raccontato questa guerra con una grande perizia, non tralasciando fortunatamente anche tutti quei fatterelli e quelle sottigliezze che rendono benissimo l’atmosfera di quei tempi.
Ogni guerra, si sa, porta con sé povertà e carestie. E, ovviamente, la regina della guerra è la fame, che colpisce soprattutto le fasce più deboli. Vero o non vero che sia, nei momenti di fame si può mangiare qualunque cosa, compresa la carne umana. E proprio a proposito di un banchetto di carne umana che il nostro storico greco racconta un episodio accaduto in un villaggio nei pressi di Rimini.

Le due perfide albergatrici
L’anno è il 539 e la guerra si trascina impietosa ormai da quattro anni. Alle orecchie del nostro cronista giunse la notizia che in quel villaggio vicino a Rimini, di cui non si conosce il nome, solo due donne erano rimaste in vita e si erano trasformate in due albergatrici, ospitando i viandanti che si trovavano a viaggiare da quelle parti.
Ma la dimora non era certo la più sicura: le due infatti avevano ucciso ben 17 uomini. E lo avevano fatto in maniera agghiacciante. Ammazzati durante il sonno e quindi mangiati, possiamo pensare dopo una spartana macellazione. Fino a che, uno degli ospiti, quello che sarebbe diventato il diciottesimo pasto e forse quello con il sonno più leggero degli altri, non si svegliò proprio nell’attimo in cui le due stavano per ucciderlo. Ci volle a capire ciò che stava accadendo nella stanza e ci volle ancor meno, che neppure l’ospite doveva andare tanto per il sottile, trapassare le due megere con la spada.

Leggende cannibali, storie denigratorie
Leggenda? Probabilmente. Forse una di quelle voci che vogliono denunciare una situazione difficile e che persistono oralmente fino a quando non vengono registrate dalla penna di un cronista, rimanendo per sempre impigliate nella storia.
Ci si è chiesto quale potesse essere questo villaggio. Nessuno ha la risposta, perché forse non esiste nessuna risposta. Però è stato trovato uno strascico di questa storia in tempi più recenti, che con l’episodio di Procopio ha due agganci: il cannibalismo e la guerra. Racconta un noto studioso di folclore romagnolo che subito dopo la seconda guerra mondiale iniziò a circolare una macabra voce che vedeva come protagonisti alcuni abitanti di San Giovanni in Marignano. Costoro avrebbero infatti mangiato un soldato tedesco acciuffato mentre si stava ritirando. Niente di provato ed anzi, c’è proprio da pensare che sia una bella bufala. Magari messa in giro dai paesi vicini con meri scopi campanilistici.

La leggenda dei ‘mangiatedeschi’
Anche perché gli abitanti erano stati coinvolti in un altro fatto del genere circa un secolo prima. La storia si trova in un volume di vicende  marignanesi pubblicato più di trenta anni fa.
La storia è nota come ‘la leggenda dei mangiatedeschi’. Il 22 giugno del 1859, dopo il plebiscito che portò l’annessione della Romagna al Regno di Sardegna, si sparse la voce in paese della presenza di un soldato austriaco disertore, portato poi alla forza dell’ordine e rinchiuso nell’abitazione del sergente Alfonso Bacchini detto “Milòn”.
Ma l’ospite cercò di fuggire e l’indomani mattina, i papalini maliziosi fecero circolare la notizia che il soldato era stato ucciso, squartato e venduto alla locale macelleria. Quella carne sarebbe poi finita sulla tavola di numerosi marignanesi.
Della leggenda circola poi un’altra versione. Protagonista sempre un soldato austriaco, sorpreso questa volta a molestare una ragazza. Venne sorpreso dai fratelli di lei che non ci pensarono due volte a sbattere nel forno il delinquente in divisa. E non mancarono i soliti marignanesi che, ma questa volta per spregio, banchettarono con quelle carni ben cotte. In ogni caso, buon appetito!

1 commento:

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