San Leo è davvero una cittadina conosciuta. Questo certamente grazie alla sua suggestiva posizione, agli edifici che conserva, alla sua importante storia. Ma soprattutto San Leo è famosa perché lì è morto Cagliostro. Il mitico Cagliostro di cui tutti parlano e di cui tutti sanno indicare la cella dove è stato rinchiuso, dentro la massiccia fortezza leontina. Cagliostro è così famoso ed affascinante che lo si conosce molto di più dei veri personaggi importanti. Ma lo si conosce come un qualcuno che ha fatto un qualcosa di misterioso, perché se si chiede chi fosse in realtà, in pochi sanno rispondere
Cagliostro
Giuseppe Balsamo nacque a Palermo nel 1743, figlio di un modestissimo commerciante, che morì poco dopo lasciando la famiglia con grossi problemi economici.
Fin da ragazzino, Giuseppe dimostrò un animo ribelle e, dopo diverse fughe dai collegi in cui venne rinchiuso, la famiglia lo costrinse a ritirarsi in un convento di Caltagirone, per piegarlo alla disciplina. Qui si interessa all’arte medica e qui, per la prima volta, fa la conoscenza con la disciplina erboristica e la chimica.
Prime truffe e i primi viaggi
Abbandonato il convento, iniziano i suoi rapporti con il mondo.Le prime piccole truffe, gli spostamenti per sfuggire alla giustizia, forse alcuni viaggi (come lui stesso scriverà) al seguito di un fantomatico greco di nome Altotas, da lui definito un primo maestro.
Poi andò a Roma, dove si sposerà con una ragazza bella e conturbante di nome Lorenza. E iniziò a dedicarsi all’attività di falsario, che li porterà entrambi ad essere arrestati. Da questo momento la loro vita sarà segnata da numerosi viaggi, pagati spesso con la prostituzione di Lorenza e con i favori di facoltosi e influenti personaggi che, oltre ad apprezzare le grazie della moglie, subivano anche il magnetico carisma di Giuseppe. Girò vorticosamente in Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra (a Londra finisce in prigione, sempre per truffa), Germania e Malta.
Il guaritore e l’alchimista
Ed è proprio a Londra, dove si era guadagnato oltre che la fama del ciarlatano, anche quella dell’uomo dotato di poteri speciali, che Balsamo o, come si faceva chiamare allora, il conte di Cagliostro, si avvicinò alla massoneria, entrando dapprima in una loggia inglese e successivamente in una olandese.
Siamo nel 1777. Da quel momento iniziarono nuovi viaggi e questa volta la meta prediletta fu l’Europa dell’Est, dove si costruì la controversa nomea di taumaturgo e di alchimista, e dove veniva regolarmente ospitato da nobili e potenti, convinti che quell’uomo conoscesse veramente i segreti reconditi della natura. E sebbene non fosse dotato di cultura e riuscisse spesso a trovarsi in situazioni di pessimo gusto, il suo nome era sulla bocca di tutti come colui in grado di sanare ogni genere di problema.
Il rito egizio
Nel 1784, durante un soggiorno in Francia, il conte di Cagliostro si ammalò.E, come lui stesso dirà in seguito all’inquisitore, durante la malattia ebbe la visione che lo portò a fondare la nuova loggia massonica, introducendo il Rito Egizio.
Si elesse Gran Cofto e nominò Lorenza, che ormai è per tutti la principessa Serafina, Grande Maestra. Raccolse molti adepti, attirati dalla propaganda di Cagliostro che presentava il Rito come la rigenerazione fisica e spirituale dell’umanità, un ritorno alla condizione precedente il peccato originale. Una rigenerazione che si poteva ottenere solo grazie a lui, unico depositario di un mistero mai svelato, e dei Dodici Maestri della Loggia.
Un programma ambizioso che, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe avuto il suo culmine nel riconoscimento da parte della Chiesa Cattolica, che invece avversava questo genere di sette. La Chiesa e per il popolo facilmente impressionabile. Sono infatti gli anni dell’arrivo dei Francesi, dipinti dai religiosi come dei veri diavoli e anticristi. Era da loro che occorreva difendersi e affidarsi a Dio e così, poteva accadere, che si soffiasse sul fuoco per aumentare il numero di questi prodigi.
L’evento accaduto a Sant’Agata Feltria è un ottimo esempio. Una fredda mattina del 6 febbraio 1797 alcune persone stavano pregando nella Collegiata, davanti all’immagine della Vergine del Rosario quando ad un certo momento videro muovere le pupille.
Non era una semplice suggestione, perché la Vergine continuava il movimento degli occhi e così esplose la meraviglia e raccontarono il fatto. Ovviamente si raggruppò un gran numero di persone e si controllò se poteva esserci qualche inganno o artificio, senza però trovare nulla. Ma evidentemente c’erano anche gli scettici e soprattutto c’erano quelli di mente più aperta che sapevano dove si voleva arrivare. E allora la Curia fece fare un regolare processo per riconoscere il miracolo e questo, per fortuna, andò a buon fine. E si chiamò anche una commissione ecclesiastica per essere ancora più scrupolosi. Il miracolo era realmente avvenuto, per buona pace di tutti.
Il declino
Sembrava ora che tutto andasse per il meglio. Ma un evento traumatico segnò definitivamente il declino di Cagliostro. Venne infatti coinvolto in una grossa truffa, nota come lo ‘scandalo della collana’, che vedeva come protagonisti importanti esponenti della casa reale francese, tra cui la regina Maria Antonietta.
L’epilogo fu la prigionia, insieme alla moglie, alla Bastiglia dalla quale uscì poco dopo. Ma intanto, intorno a lui, si stava creando il vuoto, e questo anche grazie all’opera di alcuni articoli usciti sui più letti giornali dell’epoca, in cui si chiariva chi realmente fosse Cagliostro, un mistificatore tutt’altro che nobile, notissimo truffatore e abituale frequentatore di carceri.
Anche Lorenza gli si mise contro, piuttosto per interesse che per principio, denunciandolo più volte. E venne anche segnalato alla polizia pontificia da due spie introdotte nella sua Loggia. Tutto sembra precipitare velocemente e, siamo nel 1789, a seguito di altre denunce venne arrestato definitivamente.
Le accuse erano così gravi che se provate lo potrebbero portare alla pena di morte: magia, massoneria, blasfemia contro Dio, Cristo, la Madonna e i Santi, calunnia, truffa, sfruttamento della prostituzione e pubblicazione di scritti eretici. La stessa Lorenza, anche lei arrestata, testimoniò contro il marito.
Al quale non rimase che una strada: abiurare e ammettere che era stata tutta un finzione.
La condanna e gli ultimi anni di vitaLa condanna arrivò. Il Sant’Uffizio emise la sentenza nel 1791, riconoscendogli le accuse precedenti.
Mentre assolverà Lorenza, considerata una testimone chiave dell’intero processo. Ma non ci sarà pena di morte per Cagliostro, bensì il carcere a vita da scontare in qualche fortezza dello Stato Pontificio.
Venne scelta quella di San Leo, per la sicurezza e per quella sua estraneità dal mondo. Cagliostro fu dunque trasferito e la nuova destinazione fu una cella minuscola, detta ‘del Tesoro’, inaccessibile e completamente isolata. Da questa cella fu poi spostato in una ancora più angusta e segreta, il ‘pozzetto’, a seguito di alcuni voci su un certo piano organizzato per farlo fuggire, magari con l’utilizzo di palloni volanti. Ma non successe mai nulla.
E qui Cagliostro morì nel 1795, passando gli ultimi anni tra momenti di lucidità e follia, tra digiuni, minacce di suicidio e lunghi momenti di calma. Venne sepolto all’esterno della rocca, in un luogo senza indicazioni di cui si è persa memoria, come si conveniva a chi come lui aveva rifiutato ogni conforto religioso. Si dice che due anni dopo, quando i soldati polacchi espugnarono la fortezza e liberarono i prigionieri, disseppellirono anche il cadavere del mago. E per festeggiare la libertà ripresa, alcuni galeotti brindarono con i militari utilizzando il cranio di Cagliostro. Oggi, di quel corpo, non si sa più nulla.
Presentazione
Mi chiamo Marco Montanari e, come se il mio cognome fosse un presagio, la montagna è da sempre la mia passione.
Abito sull'Appennino, tra la Toscana e la Romagna, là dove nascono i più importanti fiumi del centro Italia, l'Arno e il Tevere. La storia di queste montagne è una storia di fatica, di sudore, di dolore, ma anche di poesia, di miti, di leggende...
Di questo voglio parlare in questo blog... delle mie montagne e di tutto ciò che la realtà e la fantasia di queste montagne mi ha sempre ispirato...
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